Se si fosse domandato a Omero in quale cielo era andata l'anima di Sarpedone o quella di Ercole, Omero sarebbe rimasto piuttosto imbarazzato; avrebbe risposto con versi armoniosi.
Quale sicurezza si poteva avere che l'anima aerea di Ercole si fosse trovata piu' a suo agio in Venere o in Saturno che nel nostro pianeta? O che sarebbe andata nel sole? Difficile trovarsi a proprio agio in quella fornace. Infine, cosa intendevano gli antichi per «cielo»? Essi non ne sapevano niente: gridavano sempre «Il cielo e la terra», che e'
come se dicessimo: «L'infinito e un atomo.» Per dirla chiara, il cielo non c'e': c'e' una quantita' prodigiosa di astri che girano nello spazio vuoto, e il nostro globo gira come gli altri.
Gli antichi credevano che andare in cielo significasse salire; ma non si sale da un globo a un altro; i globi celesti sono ora sotto, ora sopra il nostro orizzonte. Cosi', supponiamo che Venere, dopo essere venuta a Pafo, ritornasse nel suo pianeta dopo che esso era tramontato; la dea Venere, per arrivarci, non doveva salire, rispetto al nostro orizzonte, ma scendere: si sarebbe dunque dovuto dire che essa «discendeva al cielo». Ma gli antichi non andavano tanto per il sottile: avevano nozioni vaghe, incerte, contraddittorie su tutto cio' che riguardava la fisica. Si sono scritti volumi su volumi per sapere che cosa pensassero su molte questioni del genere. Bastano tre parole: essi non pensavano. Bisogna sempre eccettuare un piccolo numero di saggi, che pero' sono venuti tardi; pochi di loro hanno spiegato i propri pensieri e, quando l'hanno fatto, i ciarlatani della terra li hanno spediti in cielo per la via piu' breve. Uno scrittore chiamato, credo, Pluche, ha preteso fare di Mose' un grande fisico; prima di lui, un altro aveva conciliato Mose' con Descartes e dato alle stampe un Cartesius mosaïzans; secondo lui, Mose' aveva inventato per primo i vortici e la materia sottile; ma e' abbastanza noto che Dio, che fece di Mose' un grande legislatore, un gran profeta, non volle affatto farne un professore di fisica; egli istrui' gli ebrei sui loro doveri, e non insegno' loro neanche una parola di filosofia. Don Calmet, che ha molto compilato e non ha mai ragionato, parla del sistema degli ebrei; ma quel popolo rozzo era ben lungi dal possedere un sistema; non aveva nemmeno una scuola di geometria; non ne conosceva neanche il nome; la sua sola scienza era il mestiere di sensale e l'usura.
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