I romani contano come concilio universale anche il quinto concilio lateranense del 1512, convocato contro Luigi XII, re di Francia, da papa Giulio II. Ma, dopo la morte di quel papa bellicoso, il concilio se ne ando' in fumo. Infine abbiamo il grande concilio di Trento, il quale non fu accettato in Francia in materia di disciplina; il suo dogma e' tuttavia incontestabile, poiche' lo Spirito Santo, come disse fra Paolo Sarpi, arrivava tutte le settimane da Roma a Trento per valigia diplomatica. Ma fra Paolo Sarpi puzzava un po' d'eresia.
(Del signor Abausit, cadetto)
43
CONFESSIONE
e' ancora un problema da risolvere, se la confessione, considerata sotto l'aspetto politico, abbia fatto piu' bene che male.
Ci si confessava nei misteri d'Iside, di Orfeo e di Cerere, davanti allo ierofante e agli iniziati; perche', essendo quei misteri delle espiazioni, bisognava pur confessare che si avevano crimini da espiare. I cristiani adottarono la confessione nei primi secoli della Chiesa, cosi' come fecero propri quasi tutti i riti dell'antichita', come i templi, gli altari, l'incenso, i ceri, le processioni, l'ac qua lustrale, gli abiti sacerdotali e parecchie formule dei misteri: il sursum corda, l' ite missa est, e tante altre. Lo scandalo della confessione pubblica di una donna, avvenuto nel IV secolo a Costantinopoli, fece abolire la confessione.
La confessione segreta che un uomo fa ad un altro uomo non fu ammessa, nel nostro occidente, che verso il VII secolo. Gli abati cominciarono a esigere che i loro monaci andassero due volte l'anno a confessare loro tutte le loro colpe. Furono questi abati a inventare la formula: «Io ti assolvo quanto lo posso e quanto ne hai bisogno.» Mi sembra che sarebbe stato piu' rispettoso verso l'Essere supremo, e piu' giusto, dire: «Possa Egli perdonare le tue colpe e le mie!»
|