Poliuto, che va al tempio, in un giorno di solennita', per rovesciare e infrangere le statue e i paramenti, e' un fanatico meno orribile di Diaz, ma non meno sciocco. Gli assassini del duca Francesco di Guisa, di Guglielmo principe d'Orange, del re Enrico III, del re Enrico IV, e tanti altri, erano energumeni malati della stessa rabbia di Diaz. Il piu' disgustoso esempio di fanatismo e' quello dei borghesi di Parigi che, la notte di san Bartolomeo, corsero ad assassinare, sgozzare, buttar giu' dalle finestre, fare a pezzi i loro concittadini che non andavano a messa. Esistono fanatici di sangue freddo: sono i giudici che condannano a morte coloro che non hanno commesso altro crimine che quello di non pensarla come loro; e questi giudici sono tanto piu' colpevoli, tanto piu' degni dell'esecrazione del genere umano, in quanto, non trovandosi in un accesso di furore come i Cle'ment, i Châtel, i Ravaillac, i Ge'rard, i Damiens, potrebbero, ci sembra, ascoltare la ragione.
Una volta che il fanatismo ha incancrenito il cervello, la malattia e' quasi incurabile. Ho visto certi epilettici che, parlando dei miracoli di san Paride, a poco a poco, loro malgrado, prendevano fuoco; gli occhi si infiammavano, le loro membra tremavano, il furore sfigurava loro il viso, e avrebbero ammazzato chiunque li avesse contraddetti. A questa malattia epidemica non c'e' altro rimedio che lo spirito filosofico, il quale, man mano diffondendosi, addolcira' finalmente i costumi degli uomini, preven endo gli accessi del male: perche', non appena questo male fa dei progressi, bisogna correr via, e aspettare che l'aria si sia purificata. Le leggi e la religione non bastano contro questa peste degli animi; la religione, invece di essere per loro un alimento salutare, si tramuta in veleno nei cervelli infetti. Questi miserabili hanno continuamente fitto in capo l'esempio di Aod, che assassina re Eglon; di Giuditta, che taglia la testa di Oloferne, dopo aver giaciuto con lui; di Samuele, che fa a pezzi re Agag. Non vedono che questi esempi, rispettabili nell'antichita', sono abominevoli oggi; essi attingono il loro furore nella stessa religione che lo condanna. 66
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