C'e' la fede in cose stupefacenti, e la fede in cose contraddittorie e impossibili. Visnu' s'e' incarnato cinquecento volte; questo e' sbalorditivo, ma, infine, non fisicamente impossibile, perche' se Visnu' ha un'anima, puo' averla messa in cinquecento corpi, tanto per divertirsi. L'indiano, in verita', non ha una fede molto viva; non e' intimamente persuaso di queste metamorfosi; pero' dice al suo bonzo: «Ho la fede: voi volete che Visnu' sia passato per cinquecento incarnazioni; cio' vi frutta cinquecento rupie di rendita. E va bene; ma se io non l'ho, questa fede, voi andrete in giro a berciare contro di me, mi denuncerete, e rovinerete il mio commercio. Ebbene, questa fede ce l'ho, e in piu' eccovi dieci rupie in regalo.» L'indiano puo' giurare a quel bonzo che gli crede, senza fare un falso giuramento perche', dopo tutto, non gli e' dimostrato che Visnu' non sia venuto nelle Indie cinquecento volte. Ma se il bonzo esige da lui ch'egli creda in una cosa contraddittoria, impossibile - per esempio, che due piu' due fanno cinque, che lo stesso corpo puo' trovarsi in mille luoghi diversi, che essere e non essere sono assolutamente la medesima cosa - in questo caso, se l'indiano dice che egli ha la fede, mente; e se giura che crede, commette uno spergiuro. Dice dunque al bonzo: «Reverendo padre, io non posso assicurarvi che credo a queste assurdita', anche se esse vi fruttassero diecimila rupie di rendita, invece di cinquecento.» «Figlio mio,» risponde il bonzo, «dammi venti rupie, e Dio ti fara' la grazia di credere in tutto cio' in cui non credi.» «Ma come potete pensare,» risponde l'indiano, «che Dio operi su di me quel che non puo' operare su se stesso? Non e' possibile che Dio faccia o creda in cose contraddittorie: non sarebbe Dio, altrimenti. Io sono pronto, per farvi piacere, a credere in cio' che e' oscuro; ma non posso dirvi che credo nell'impossibile. Dio vuole che noi siamo virtuosi, non che siamo assurdi. Vi ho gia' dato dieci rupie, eccone ancora venti: credete in trenta rupie; siate, se ci riuscite, un uomo onesto, e non rompetemi piu' le scatole.»
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