e' una bellissima cosa «coltivare il proprio giardino», ma e' molto improbabile che Adamo potesse coltivare un giardino di sette od ottocento leghe d'estensione. O forse gli furon dati degli aiutanti.
«Non mangiate il frutto della scienza del bene e del male.»
e' difficile concepire che ci sia stato un albero che insegnasse il bene e il male, come ci sono peri e albicocchi. E poi, perche' Dio non vuole che l'uomo conosca il bene e il male? Il contrario non e' molto piu' degno di Dio e molto piu'
necessario all'uomo? Secondo la nostra povera ragione parrebbe giusto che Dio ordinasse di mangiarne molto di quel frutto; ma bisogna che la nostra ragione si sottometta.
«Come ne avrete mangiato, morirete.»
Tuttavia Adamo ne mangio' e non mori'. Molti Padri hanno considerato tutto cio' un'allegoria. In effetti, si potrebbe dire che gli animali non sanno di dover morire, mentre l'uomo lo sa per merito della sua ragione. Questa ragione e' l'albero della scienza che gli fa prevedere la sua fine. Una spiegazione che potrebbe essere forse la piu'
ragionevole.
«Il Signore disse anche: "Non e' bene che l'uomo sia solo, facciamogli un aiuto simile a lui."»
Ci si aspetta che il Signore dia ad Adamo una donna. Nient'affatto: il Signore gli da' come compagni tutti gli animali.
«E il nome che Adamo diede a ciascuno degli animali e' il loro vero nome.»
Per «vero nome» di un animale si puo' intendere un nome che designi tutte le proprieta' della sua specie, o almeno le principali. Ma questo non si trova in nessuna lingua del mondo. In ognuna vi sono solo alcuni nomi imitativi, come «coq» in lingua celtica e «lupus» in latino. Ma questi nomi imitativi sono in numero minimo. E poi, se Adamo avesse conosciuto tutte le proprieta' degli animali, o aveva gia' mangiato il frutto della scienza, o non c'era bisogno che Dio gli vietasse di mangiarlo.
|