Ma se il Dio che guidava gli ebrei voleva dar loro una buona terra, e se quegli sventurati avevano effettivamente dimorato in Egitto, perche' non ve li lascio'? A tale domanda non si risponde che con disquisizioni teologiche.
La Giudea, si dice, era la terra promessa. Dio disse ad Abramo: «Io vi daro' tutto quel paese, dal fiume d'Egitto sino all'Eufrate.»
Ahime', amici miei, voi non avete mai avuto quelle fertili rive dell'Eufrate e del Nilo. Ci si e' burlati di voi. I padroni del Nilo e dell'Eufrate furono volta per volta i vostri padroni. Voi siete stati quasi sempre schiavi. Promettere e mantenere sono due cose diverse, miei poveri ebrei. Voi avete un vecchio rabbino, il quale, leggendo le vostre sagge profezie, che vi annunciano una terra di miele e di latte, esclamo' che vi fu promesso piu' burro che pane. Sapete che se il Gran Turco mi offrisse oggi la signoria di Gerusalemme, io non la vorrei?
79
Federico II, vedendo quel detestabile paese disse pubblicamente che Mose' era stato assai sconsiderato a condurvi la sua banda di lebbrosi. «Perche' non ando' a Napoli?» diceva Federico. Addio, miei cari ebrei, mi dispiace che terra promessa significhi terra perduta.
(Dal barone di Brukana)
GIULIANO IL FILOSOFO, IMPERATORE ROMANO
Talvolta si rende giustizia troppo tardi. Due o tre scrittori, o prezzolati o fanatici, parlano del barbaro ed effeminato Costantino come di un dio, e trattano da scellerato il giusto, il saggio, il grande Giuliano. Tutti gli altri, copiando i primi, ripetono l'adulazione e la calunnia. Esse diventano quasi un articolo di fede. Giunge finalmente il tempo della sana critica e, dopo quattordici secoli, alcuni uomini illuminati fanno la revisione di un processo giudicato dall'ignoranza. In Costantino si vede un ambizioso fortunato, che beffa Dio e gli uomini. Egli ha l'impudenza di fingere che Dio gli abbia inviato nell'aria un'insegna che gli assicura la vittoria. Si bagna nel sangue di tutti i suoi congiunti e s'addormenta nelle mollezze: ma era cristiano, fu canonizzato.
|