Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Ipsa peti volui; ne sit mora, mitte volentem:

     Dignus Roma locus quo deus omnis eat.

     Anche la statua della Fortuna aveva parlato: gli Scipioni, Cicerone, i Cesari, per la verita' non ci credevano affatto, ma la vecchia, cui Encolpo dette uno scudo perche' si comperasse delle oche e degli dei, poteva benissimo crederlo.

     Gli idoli pronunciavano anche oracoli, e i sacerdoti nascosti nel cavo delle statue, parlavano in nome della Divinita'.

     Come mai, fra tanti dei e tante teogonie diverse e culti particolari non ci furono mai guerre di religione fra i popoli chiamati «idolatri»? Quella pace fu un bene che nacque da un male, dall'errore stesso, perche' ogni popolo, riconoscendo molti dei inferiori, reputo' conveniente che i suoi vicini avessero i loro. Se eccettuate Cambise, cui si rimproverava d'avere ucciso il bue Api, non si trova nella storia profana nessun conquistatore che abbia maltrattato gli dei del popolo vinto. I gentili non avevano nessuna religione esclusiva, e i sacerdoti non pensavano che a far moltiplicare le offerte e i sacrifici.


     Le prime offerte furono di frutta; ma ben presto occorsero degli animali per la tavola dei sacerdoti; li sgozzavano essi stessi; diventarono sanguinari e crudeli; infine introdussero l'orrenda usanza di sacrificare vittime umane, e soprattutto bambini e fanciulle. Mai i cinesi, ne' i parsi, ne' gli indiani si resero colpevoli di tali abominii. Ma in Egitto, a Ieropoli, a detta di Porfirio, si immolarono uomini.

     Nella Tauride si sacrificavano gli stranieri; per fortuna, i sacerdoti della Tauride non dovevano avere molto lavoro. I primi greci, i ciprioti, i fenici, i tiri, i cartaginesi praticarono quest'abominevole superstizione. Gli stessi romani caddero in tale delitto di religione, e Plutarco ci fa sapere che furori sacrificati due greci e due galli, per espiare i peccati d'amore di tre vestali. Procopio, contemporaneo del re dei franchi Teodeberto, dice che quando i franchi entrarono con quel principe in Italia, immolarono degli uomini. Per i galli e i germani tali orribili sacrifici erano pratica comune. Non si puo' quasi leggere la storia senza concepire orrore per il genere umano.


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