Gli abiti di pelle che Dio fece ad Adamo e a Eva furono il modello del san-benito che il Sant'Uffizio fa indossare agli eretici. e' vero che con questo argomento si prova che Dio fu il primo sarto; ma non e' meno evidente che fu anche il primo inquisitore.
Adamo fu privato di tutti i beni immobili che possedeva nel paradiso terrestre: e' per questo che il Sant'Uffizio confisca i beni di tutti coloro che ha condannato.
Luigi da Paramo nota che gli abitanti di Sodoma furono bruciati come eretici, perche' la sodomia e' un'eresia formale. Da qui egli passa alla storia ebraica, dove trova dappertutto il Sant'Uffizio. Gesu' Cristo e' il primo inquisitore della nuova legge; i papi furono inquisitori per diritto divino, e finalmente comunicarono questo loro potere a san Domenico.
Fa, poi, l'enumerazione di tutti coloro che l'Inquisizione ha messo a morte, e ne novera molto piu' di centomila. Il suo libro fu stampato nel 1589, a Madrid, con l'approvazione dei teologi, gli elogi del vescovo, e il privilegio del re. Noi, oggi, non riusciamo a concepire orrori cosi' pazzeschi e insieme cosi' abominevoli; ma allora niente sembrava piu' naturale ed edificante. Tutti gli uomini assomigliano a Luigi da Paramo, quando sono fanatici. Questo Paramo era un uomo semplice, esattissimo nelle date, che non ometteva nessun fatto interessante, e che computava con scrupolo il numero delle vittime umane immolate in tutti i paesi dal Sant'Uffizio. Egli racconta col piu' grande candore come venne istituita l'Inquisizione in Portogallo, ed e' perfettamente d'accordo con altri quattro storici, che hanno scritto le stesse cose. Ecco cosa riferiscono unanimi. Gia' da gran tempo, ai primi del XV secolo, papa Bonifacio IX aveva delegato dei frati domenicani che andavano in Portogallo, di citta' in citta', a bruciare gli eretici, i musulmani e gli ebrei; ma erano frati itineranti, e gli stessi re si lamentarono talvolta delle loro vessazioni. Papa Clemente VII volle dar loro un insediamento fisso in Portogallo, come gia' l'avevano in Aragona e in Castiglia. Ci furono delle difficolta' fra la corte di Roma e quella di Lisbona; gli animi si inasprirono, l'Inquisizione ne soffriva, non potendo ancora funzionare a suo agio. Nel 1539 comparve a Lisbona un legato del papa, venuto, diceva, per stabilire la Santa Inquisizione su fondamenta incrollabili. Egli reca a re Giovanni III lettere di papa Paolo III. Aveva anche altre lettere di Roma per i principali personaggi della corte; le sue patenti di legato erano debitamente sigillate e firmate; egli mostro' di detenere i piu' ampi poteri di nominare un grande inquisitore e tutti i giudici del Sant'Uffizio. Si trattava di un truffatore, di nome Saavedra, che sapeva contraffare tutte le scritture, fabbricare e applicare falsi sigilli e falsi bolli. Aveva imparato questo mestiere a Roma e si era perfezionato a Siviglia, da dove arrivava con altri due furfanti. Il suo seguito era magnifico: aveva al suo servizio piu' di centoventi domestici. Per sovvenire a quest'enorme spesa, lui e i suoi due confidenti si erano fatti prestare a Siviglia somme ingenti a nome della camera apostolica di Roma. Tutto era concertato col piu' abbagliante artificio.
|