Voltaire
DIZIONARIO FILOSOFICO


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     Queste piccole avventure mi indussero a fare alcune belle e profonde riflessioni sulle leggi, e vidi che anche per queste e' come per i nostri vestiti: ho dovuto portare un dolman a Costantinopoli e un giustacuore a Parigi. Se tutte le leggi umane sono convenzioni, dicevo, non resta altro che far bene i propri affari. I borghesi di Delhi e di Agra dicono di aver fatto un pessimo affare con Tamerlano; i borghesi di Londra si congratulano di aver fatto un ottimo affare con re Guglielmo d'Orange. Un cittadino di Londra mi diceva un giorno: «e' la necessita' a fare le leggi, e la forza a farle osservare.» Gli domandai se talvolta non facesse le leggi anche la forza, e se Guglielmo il Bastardo e il Conquistatore non avesse dato ordini nel paese senza fare con loro alcun contratto. «Si',» disse, «allora eravamo tanti buoi; Guglielmo ci mise un giogo, e ci fece marciare a forza di pungolo; piu' tardi ci mutammo in uomini, ma le corna ci sono rimaste, e con quelle colpiamo chiunque voglia farci lavorare per se' e non per noi.»


     Assorto in tutte queste riflessioni, mi compiacevo di pensare che c'e' una legge naturale, indipendente da tutte le convenzioni umane: il frutto del mio lavoro dev'essere mio; devo onorare il padre e la madre; non ho alcun diritto sulla vita del mio prossimo, e il mio prossimo non ne ha sulla mia ecc. Ma quando pensai che da Shodorlahomor fino a Mentzel colonnello degli ussari, ognuno puo' assassinare lealmente e depredare il suo prossimo con una patente in tasca ne restai molto afflitto.


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