A vergogna degli uomini, si sa che le leggi del gioco sono le sole che dappertutto siano giuste, chiare, inviolabili e osservate. Perche' l'indiano che ha dettato le regole del gioco degli scacchi e' obbedito di buon grado in tutto il mondo, e invece le decretali dei papi, per esempio, sono ai nostri giorni oggetto di orrore e di disprezzo? Perche'
l'inventore degli scacchi combino' ogni cosa con esattezza per la soddisfazione dei giocatori, mentre i papi, nelle loro decretali, non mirarono che al loro interesse. L'indiano volle, nello stesso tempo, esercitare l'ingegno degli uomini e procurare loro un divertimento; i papi vollero invece abbrutire lo spirito umano. Cosi', da cinquemila anni, le regole fondamentali del gioco degli scacchi sono rimaste immutate e sono comuni a tutti gli uomini della terra; mentre le decretali sono osservate soltanto a Spoleto, a Orvieto, a Loreto, dove il piu' meschino giureconsulto le detesta e le disprezza in segreto.
Leggi civili ed ecclesiastiche
Tra le carte di un giureconsulto si sono trovate queste note, che forse meritano d'esser prese in esame.
Che nessuna legge ecclesiastica abbia vigore se non quando riceva l'esplicita sanzione del governo. Appunto con questo mezzo Atene e Roma non ebbero mai lotte religiose. Queste discordie sono proprie delle nazioni barbare, o imbarbarite.
Che solo al magistrato sia dato di permettere o vietare il lavoro nei giorni festivi, perche' non sta ai sacerdoti proibire agli uomini di coltivare il proprio campo.
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