L'imperatore, sbalordito, dice che non vuole avere brighe con Dio; ma un giudice di villaggio, meno scrupoloso, condanna il piccolo balbuziente e gli fa tagliare la lingua. Il protomedico dell'imperatore e' abbastanza 103
onesto da fare lui stesso l'operazione; ma, appena ha tagliato la lingua al piccolo Romano, questi si mette a cianciare con una volubilita' che manda tutti in visibilio.
Nei martirologi si trovano cento favole di questa specie. Si e' creduto di rendere odiosi gli antichi romani, e ci si e' resi ridicoli. Volete proprio delle vere barbarie bene accertate, dei buoni massacri bene assodati, dei fiumi di sangue effettivamente versati, e padri, madri, mogli, bambini lattanti realmente sgozzati e ammucchiati gli uni sopra gli altri?
Mostri persecutori, non cercate queste verita' nei vostri annali: le troverete nelle crociate contro gli albigesi, nei massacri di Merindol e di Cabrie'res, nella spaventosa notte di san Bartolomeo, nelle stragi d'Irlanda, nelle valli valdesi. Sta proprio a voi, barbari, d'imputare ai migliori imperatori crudelta' stravaganti, voi che avete inondato l'Europa di sangue e l'avete coperta di corpi agonizzanti, per provare che lo stesso corpo si puo' trovare nello stesso tempo in mille luoghi diversi , e che il papa puo' vendere indulgenze! Cessate di calunniare i romani, vostri legislatori, e chiedete perdono a Dio delle infamie dei vostri padri!
Non e' il supplizio, voi dite, che fa il martire, ma la causa. Ebbene, vi concedo che le vostre vittime non debbano essere chiamate col nome di «martire», che significa testimone; ma quale nome daremo ai vostri carnefici? I Falaride e i Busiride furono i piu' miti degli uomini in confronto a voi; la vostra Inquisizione, che sussiste ancora, non fa forse fremere la ragione, la natura, la religione? Gran Dio, se si riducesse in cenere quel tribunale infernale, dispiacerebbe al vostro animo vendicatore?
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