Sic ubi dispositam, quisquis fuit ille
deorum Congeriem secuit...
La materia era dunque considerata nelle mani di Dio come l'argilla sotto la ruota del vasaio, se e' permesso di servirsi di queste deboli immagini per esprimere la potenza divina.
La materia, essendo eterna, doveva avere proprieta' eterne, come la configurazione, la forza d'inerzia, il movimento e la divisibilita'. Ma la divisibilita' non e' che una conseguenza del moviment o, perche' senza movimento niente si divide, ne' si separa, ne' si ordina. Si considerava, dunque, il movimento come essenziale alla materia. Il caos era stato un movimento confuso, e l'ordinamento dell'universo, un movimento regolare, impresso a tutti i corpi dal 104
signore del mondo. Ma in che modo la materia avrebbe avuto il movimento per se stessa? Nello stesso modo per cui, secondo tutti gli antichi, ha l'estensione e l'impenetrabilita'.
Ma se e' impossibile concepirla senza estensione, e' possibile concepirla senza moto. A cio' si rispondeva: «e'
impossibile che la materia non sia permeabile, bisogna pure che qualcosa passi di continuo nei suoi pori; a che pro dei passaggi, se non vi passa nulla?»
Di replica in replica non si finirebbe mai; il sistema della materia eterna presenta, come tutti i sistemi, gravi difficolta'. Quello della materia formata dal nulla non e' meno incomprensibile. Bisogna ammetterlo e non illudersi di spiegarlo: la filosofia non rende ragione di tutto. Quante cose incomprensibili siamo obbligati ad ammettere, anche in geometria! Si possono concepire due linee che si avvicinano sempre e non s'incontrano mai?
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