«Non toccate i miei Unti e non fate nessun male ai miei profeti.» David, animato dallo spirito di Dio, in piu' di un passo da' a Saul, suo suocero reprobo, che lo perseguitava, il nome e il titolo di «Unto», di «Messia» del Signore. «Dio mi guardi,» dice di frequente, «dal portare la mia mano sull'unto del Signore, sul Messia di Dio!»
Erode, essendo stato unto, fu chiamato «Messia» dagli erodiani, che costituirono per qualche tempo una piccola setta.
Se il nome di «Messia», di unto dell'Eterno venne dato a re idolatri e reprobi, fu molto spesso usato nei nostri antichi oracoli per designare il vero unto del Signore, il «Messia» per eccellenza, il Cristo, figlio di Dio; insomma Dio stesso.
Se riuniamo tutti i diversi oracoli che si riferiscono di solito al «Messia», possono risultarne alcune apparenti difficolta', di cui gli ebrei si sono valsi per giustificare, potendolo, la loro ostinazione. Molti grandi teologi riconoscono che, nello stato di oppressione sotto il quale gemeva il popolo ebraico, e dopo tutte le promesse che l'Eterno gli aveva fatte, esso poteva sospirare l'avvento di un «Messia» vincitore e liberatore; e che esso e' cosi' in qualche modo scusabile per non aver riconosciuto subito questo liberatore nella persona di Gesu'; tanto piu' che non c'e' un solo passo nell'Antico Testamento in cui sia detto: «Credete al Messia.»
Era nei disegni della saggezza eterna che le idee spirituali del vero Messia restassero sconosciute alla moltitudine cieca; e lo restarono a tal punto che i dottori ebrei furono d'accordo nel negare che i passi allegati da noi cristiani potessero riferirsi al Messia. Molti di loro dicono che il Messia era gia' venuto nella persona di Ezechi a: tale era l'opinione del famoso Hillel. Altri, in gran numero, pretendono che la credenza della venuta di un Messia non sia un articolo fondamentale di fede e che questo dogma, non trovandosi ne' nel Decalogo ne' nel Levitico, non sia altro che una speranza consolatrice.
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