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Molti rabbini vi diranno di non dubitare che, secondo gli antichi oracoli, il Messia sia venuto nel tempo prestabilito; che egli resta nascosto su questa terra, senza invecchiare, e aspetta, per manifestarsi, che Israele abbia celebrato come si deve il sabato.
Il famoso rabbino Salomone Isaacide, o Rashî, vissuto all'inizio del XII secolo, dice nelle sue Talmudiche che gli antichi ebrei credettero che il Messia fosse nato il giorno dell'ultima distruzione di Gerusalemme da parte degli eserciti romani: un po', come si dice, chiamare il medico dopo che il malato e' morto. Il rabbino Kimhi, vissuto anche lui nel XII secolo, annunziava che il Messia, di cui credeva prossimo l'avvento, avrebbe scacciato dalla Giudea i cristiani che in quel momento l'occupavano. e' vero che i cristiani perdettero la Terra Santa, ma chi li vinse fu il Saladino: se solo questo conquistatore avesse protetto gli ebrei e si fosse schierato dalla loro parte, e' verosimile che, nel loro entusiasmo, essi avrebbero fatto di lui il loro Messia. Gli autori sacri, e lo stesso Nostro Signore Gesu', paragonano spesso il regno del Messia e la beatitudine eterna a giorni di nozze, a banchetti, ma i talmudisti abusarono bizzarramente di queste parabole: secondo loro, il Messia dara'
al suo popolo, radunato nella terra di Canaan un banchetto in cui il vino sara' quello che lo stesso Adamo fece nel Paradiso terrestre, e che si conserva in vaste cantine scavate dagli angeli al centro della Terra. Per primo piatto verra' servito il famoso pesce chiamato il grande Leviatano, che inghiotte in un boccone un pesce meno grande di lui e che misura ben trecento leghe di lunghezza. Tutta la massa delle acque poggia sul Leviatano. Dio, in principio, ne creo' uno maschio e uno femmina, ma, per timore che mettessero sossopra la Terra e riempissero il mondo di loro simili, uccise la femmina e la mise in salamoia per il banchetto del Messia. I rabbini aggiungono che, per quel banchetto, verra' ucciso il toro Behemoth, cosi' grosso che mangia ogni giorno il fieno di mille montagne; la femmina di quel toro fu uccisa quando il mondo ebbe inizio, per impedire che una specie cosi' prodigiosa si moltiplicasse, il che non avrebbe potuto che nuocere alle altre creature; ma affermano che l'Eterno non la mise in salamoia, perche' la vacca salata non e' buona come la leviatana. Gli ebrei prestano ancora tanta fede a tutte queste fantasie rabbiniche che spesso giurano sulla loro porzione del bue Behemoth. Con idee tanto grossolane sull'avvento del Messia e sul suo regno, c'e' da meravigliarsi se gli ebrei, sia antichi, sia moderni, e con loro anche molti dei primi cristiani, disgraziatamente imbevuti di tutte queste fantasticherie, non si sian potuti elevare sino all'idea della natura divina dell'unto del Signore, e non abbiano attribuito al Messia la qualita' di Dio? Guardate come gli ebrei si esprimono a questo riguardo nell'opera intitolata Judaei Lusitani Quaestiones ad christianos: «Riconoscere un uomo-Dio significa ingannare se stessi, costruirsi un mostro, un centauro, un bizzarro composto di due nature, che non possono congiungersi assieme.» Aggiungono che i profeti non insegnano affatto che il Messia sia uomo-Dio, che distinguono nettamente tra Dio e David; che chiamano il primo «Signore», il secondo
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