Solo il nome dell'autore ha reso rispettabili quei libri: sono stati reputati buoni perche' creduti scritti da un re, e quel re era considerato il piu' saggio degli uomini.
La prima opera che gli si attribuisce e' quella dei Proverbi: una raccolta di massime triviali, basse, incoerenti, senza gusto, senza scelta e senza disegno. Possiamo davvero credere che un re illuminato abbia composto una raccolta di sentenze delle quali non se ne trova una che accenni al modo di governare, alla politica, ai costumi dei cortigiani e 128
agli usi della corte? Vi si trovano interi capitoli in cui si parla soltanto di quelle prostitute che invitano i passanti ad andare a letto con loro.
Prendiamo a caso uno di questi proverbi:
«Ci sono tre cose che non si saziano mai, e una quarta che mai dice: Basta!: il sepolcro, l'utero, la terra che mai si sazia d'acqua, e il fuoco che mai dice: Basta!»
«Ci sono tre cose per me indecifrabili, e una quarta che ignoro del tutto: la via dell'aquila nell'aria, la via del serpente sulla roccia, la via di una nave in mezzo al mare, la via dell'uomo in una donzella.»
«Ci sono quattro animali, i piu' piccoli della terra e piu' saggi dei saggi: le formiche, piccolo popolo che si prepara il nutrimento per l'inverno durante l'estate; le lepri, popolo debole, che vive sulle rocce; le locuste che, non avendo re, avanzano divise per schiere; e la lucertola, che fa tutto con le sue zampe, e dimora nei palazzi dei re.»
E si osa imputare a un grande re, al piu' saggio dei mortali stupidaggini cosi' terra terra e assurde? Quelli che lo vogliono autore di tali piatte puerilita', e credono di ammirarle, non sono certo i piu' saggi degli uomini. I Proverbi furono attribuiti a Isaia, a Elcia, a Sobna a Eliacim, a Ioacaz e a molti altri; ma chiunque sia stato il compilatore di questa raccolta di sentenze orientali, non e' affatto probabile che sia stato un re a darsene la pena. Avrebbe detto: «l'ira del re e' come il ruggito del leone»? Cosi' parla solo un suddito o uno schiavo, che trema per la collera del suo signore. E Salomone avrebbe tanto parlato della donna impudica? Avrebbe detto: «Non guardare il vino quando sembra chiaro e il suo colore scintilla nel bicchiere»?
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