L'abate di Bourzeis si mise a governare la Francia verso l'anno 1645, sotto il nome del cardinale di Richelieu e scrisse quel Testamento politico, nel quale vuole arruolare la nobilta' nella cavalleria per tre anni; far pagare l a taglia alle camere dei conti e ai parlamenti, privare il re dei proventi della gabella; e afferma in particolare che, per entrare in 133
guerra con cinquantamila uomini, bisogna, per economia, arruolarne centomila; dichiara che «la sola Provenza ha molti piu' porti di mare della Spagna e dell'Italia messe assieme».
L'abate di Bourzeis non aveva viaggiato. Del resto la sua opera pullula di anacronismi e di errori: fa firmare il cardinale di Richelieu in una maniera che egli non uso' mai, lo fa parlare come mai parlo'. Per di piu', impiega un intero capitolo per dire che «la ragione deve essere la regola di uno Stato» e sforzandosi di provare tale scoperta. Quest'opera delle tenebre, questo bastardo dell'abate di Bourzeis passo' a lungo per il figlio legittimo del cardinale di Richelieu; e tutti gli accademici, nei loro discorsi di recezione, non mancavano di lodare a dismisura questo capolavoro di politica. Messer Gatien de Courtilz, visto il successo del Testamento politico di Richelieu, fece stampare all'Aja il Testamento di Colbert, con una bella lettera del signor Colbert al re. e' chiaro che se questo ministro avesse scritto un simile testamento, si sarebbe dovuto interdirlo; tuttavia, questo libro e' stato citato da qualche autore. Un altro furfante, di cui si ignora il nome, non manco' di darci il Testamento di Louvois, ancora peggiore, se possibile, di quello di Colbert; e un abate di Chevremont fece testare anche Carlo, duca di Lorena. Abbiamo poi avuto i testamenti politici del cardinale Alberoni, del maresciallo di Belle-Isle, e infine quello di Mandrin. Il signor de Boisguillebert, autore di Le De'tail de la France, stampato nel 1695, sotto il nome del maresciallo di Vauban, presento' il suo ineseguibile progetto della decima regale.
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