Et nigras mactant pecudes, et manibus divis
Inferias mittunt.
Oh! faciles nimium qui tristia crimina caedis
Fluminea tolli posse putatis aqua!
Voi pensate che Dio dimentichera' il vostro omicidio, se vi bagnate in un fiume, se immolate una pecora nera, e se vengono pronunziate su voi certe parole. Un secondo omicidio ci sara' dunque perdonato per lo stesso prezzo, e anche un terzo; e cento assassinii non vi costeranno che cento pecore nere e cento abluzioni! Fate qualcosa di meglio, miserabili mortali: niente assassinii e niente pecore nere!
Che idea infame immaginare che un sacerdote di Iside e di Cibele, suonando cembali e nacchere, vi riconciliera'
con la Divinita'! E chi e' mai dunque questo sacerdote di Cibele, questo eunuco vagabondo che vive delle vostre debolezze, per pretendere di essere il mediatore fra il cielo e voi? Quali patenti ha ricevuto da Dio? Egli riceve del denaro da voi per borbottare certe parole, e voi pensate che l'Essere degli esseri ratifichi le parole di quel ciarlatano?
Ci sono superstizioni innocenti: voi danzate, nei giorni di festa, in onore di Diana o di Pomona o di qualcuno di quegl'iddii secondari di cui e' pieno il vostro calendario: niente di male. La danza e' assai dilettevole, fa bene al corpo, rallegra l'animo, non fa male a nessuno; ma non crediate che Pomona e Vertumno vi siano molto grati per aver fatto quattro salti in onor loro, o che vi puniscano se non li avete fatti. Non c'e' altra Pomona o altro Vertumno che la vanga o 135
la zappa dell'ortolano. Non siate tanto stupidi da credere che il vostro orto sara' colpito dalla grandine se non avrete danzato la pirrica o il cordace.
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