Concorde in questo principio con il resto dell'universo, il teista non abbraccia alcuna setta, sapendo che tutte si contraddicono. La sua religione e' la piu' antica e la piu' diffusa di tutte, perche' la semplice adorazione di un Dio precedette tutti i sistemi del mondo. Egli parla una lingua che tutti i popoli intendono, mentre essi non si intendono affatto tra loro. Ha fratelli da Pechino alla Caienna, e considera fratelli suoi tutti gli uomini saggi. Egli crede che la religione non consista ne' nelle opinioni d'una metafisica inintelligibile, ne' in vani apparati, ma nell'adorazione e nella giustizia. Fare il bene, questo il suo culto; essere sottomesso a Dio, questa la sua dottrina. Il maomettano gli grida:
«Guai a te se non farai il pellegrinaggio alla Mecca!»; e un recolletto gli dice: «Sventura a te se non vai a Loreto a pregare la Madonna!» Egli ride di Loreto e della Mecca, ma soccorre il povero e difende l'oppresso. TEOLOGO
Ho conosciuto un vero teologo; parlava perfettamente le lingue dell'Oriente ed era istruito sugli antichi riti delle nazioni quant'e' possibile esserlo. i brahmani, i caldei, gli ignicoli, i sabei, i siriani, gli egiziani gli erano altrettanto noti che gli ebrei; le diverse lezioni della Bibbia gli erano familiari; per trent'anni aveva cercato di conciliare i Vangeli e di mettere d'accordo i Padri della Chiesa. Aveva cercato di precisare in quali anni fu composto il Simbolo attribuito agli apostoli, e quello che va sotto il nome di Atanasio; come furono istituiti uno dopo l'altro i sacramenti; qual era la differenza tra la sinassi e la messa; perche' e in che modo la Chiesa cristiana si divise, dopo la sua nascita, in diversi partiti e come la comunita' dominante tratto' tutte le altre da eretiche. Aveva scandagliato gli abissi della politica che si immischiava sempre in quelle liti, e aveva distinto tra la politica e la saggezza, fra l'orgoglio che vuole soggiogare gli animi, e il desiderio di illuminare se stessi, tra lo zelo e il fanatismo.
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