Romanzo popolare. Il Xiyou Ji è uno dei grandi romanzi cinesi (come il Jinpingmei) redatti in lingua parlata, e pertanto esclusi dalla letteratura ufficiale. Risale alla seconda metà del XVI secolo, verso il 1570. Mentre la dinastia Ming si avviava a ricadere nelle mani degli eunuchi e il paese correva verso la crisi che lo avrebbe consegnato alla dinastia manciù, l'indebolirsi dell'assolutismo e del conformismo da esso imposto lasciava spazio a un rinascimento, di cui questi romanzi sono uno dei frutti (con nuovi orientamenti di pensiero e nuovi interessi per le conoscenze pratiche).
Il suo pubblico era senza confronto più ampio di quello della letteratura accademica: era costituito semplicemente da cinesi di tutti gli ambienti, sommando, a chi era in grado di leggerlo, chi ne ascoltava la lettura. Anche chi poi fosse destinato a divenire dotto, almeno da ragazzo passava di lì. È rimasto fino ad oggi un libro noto a tutti; se ne è scritto il seguito, è stato largamente utilizzato a teatro, incluse marionette e ombre. Nel XVII secolo si riferiva (deplorando l'eccesso) di magnifiche feste popolari organizzate nel Fuzhou, fra la quarta e la quinta luna, per festeggiare il suo protagonista Scimmiotto, Sun Wukong, il Grande Santo Uguale al Cielo. Il culto di Scimmiotto era diffuso in tutto il sud est della Cina; a Hong Kong la sua festa cadeva il giorno 23 della seconda luna.
Già nel racconto Scimmiotto consegue l'immortalità cinese, cioè un'immortalità materiale, che dura un visibilio di millenni, e poi chissà; restando comunque soggetta in ogni momento al rischio di un incidente di percorso (detto di un veleno: "un millesimo di oncia è sufficiente per uccidere immediatamente un comune mortale; per un divino immortale ne occorrono tre millesimi" cap. 73). Sul finire del XX secolo questa immortalità regge ancora bene: ha resistito a guerre e rivoluzioni, compresa quella culturale; il Grande Santo è entrato di buona lena, direttamente o come ispiratore, nella caricatura, nei fumetti, nel cinema, nei cartoni animati e nella televisione (Son Goku è la versione giapponese del suo nome). Anche in Italia, se date un'occhiata alle vetrine dei negozi di chincaglieria cinese, potrà capitarvi di vedere il Grande Santo accovacciato fra i soprammobili, per esempio sotto forma di scimmia accanto a un uovo, che dovrebbe essere di pietra e sarà forse semplicemente di plastica.
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