Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Tripitaka restò a bocca aperta e smontò precipitosamente.
     Mentre si avvicinavano all'ingresso, un giovane ritto presso la porta gridò loro: "Sareste per caso quella gente dell'Est in cerca di scritture?"
     Il reverendo si aggiustò la tonaca e lo osservò.

     Indossa un abito di broccato e agita uno scacciamosche di giada. Si è vestito per partecipare al banchetto dello Stagno di Diaspro; e il suo scacciamosche scuote polvere santa.
     Reca al gomito una tavoletta di immortalità e calza sandali d'oro. È un elegante gentiluomo alato di straordinaria bellezza.
     Come ogni abitante di quel luogo meraviglioso, gode di vita eterna: la sua longevità lo eleva al disopra del mondo di polvere.
     Il santo monaco non riconosce questo abitante del Monte degli Avvoltoi, benché lo abbia già incontrato come grande immortale Testa d'Oro.


     Scimmiotto lo avvertì: "Maestro, la persona che ci chiama è il grande immortale Testa d'Oro, che abita il Tempio della Verità di Giada ai piedi del Monte degli Avvoltoi."
     Tripitaka si fece avanti per salutare. "Eccovi finalmente, santo monaco!" esclamò ridendo il grande immortale. "Devo dire che Guanyin mi aveva imbrogliato. Tanti anni fa, quando partì per individuare il cercatore di scritture, mi raccontò che sarebbe arrivato da queste parti in capo a due o tre anni. Ce ne avete messo del tempo! Non speravo più di vedervi arrivare."
     "Sono confuso di avere abusato della vostra pazienza. Non so come ringraziarvi dell'alta benevolenza che mi concedete: sono proprio commosso" rispose Tripitaka giungendo le mani.


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