Opere di letteratura italiana e straniera |
Di fronte a questo atteggiamento, Sabbioso si rassegnò a salutare rispettosamente: "Permettimi, fratello maggiore, di fare appello alla tua equità. È vero che il nostro maestro è andato in collera, ti ha rimproverato ingiustamente e ingiuriato, ed è arrivato a scacciarti. Non eravamo ancora riusciti a fargli cambiare opinione e ci eravamo allontanati per cercare acqua e cibo, quando tu sei ritornato in modo inatteso, forse spinto da un buon impulso. Ma poi lo hai colpito, e quando è svenuto ti sei portato via i bagagli. Sono venuto a visitarti per parlarti di queste cose, fratello maggiore. Se non sei giunto a detestare il nostro maestro, se non hai dimenticato la liberazione che gli devi, prendi i bagagli e ritorna con me, perché andiamo insieme al Paradiso dell'Occidente a conseguire il giusto frutto del nostro pellegrinaggio. Se invece il tuo rancore ti impedisce di ritornare con noi, ti prego, rendici almeno i bagagli. Ciò non ti impedirà di godere le gioie agresti del ritiro fra queste montagne, se così preferisci."
Scimmiotto sogghignò: "Saggio fratello, il tuo bel discorso non quadra con le mie intenzioni. Se ho colpito il monaco cinese e gli ho rubato i bagagli, non significa che mi sia ritirato in campagna e abbia rinunciato a raggiungere l'Occidente. Imparo a memoria le parole che mi hai sentito leggere, perché mi serviranno per rivolgermi al Buddha e chiedergli le scritture da riportare nelle terre dell'Est. La gloria di queste gesta la voglio tutta per me; la gente del continente meridionale la perpetuerà e mi onorerà come suo grande antenato." |