"Il precettore celeste?"
"Proprio lui."
"Bene. E che cosa ti ha detto?"
"Quando ha visto che ero un giovane solido e di bell'aspetto, mi ha chiesto anno mese giorno e ora di nascita, per farmi l'oroscopo. Ma vostro figlio non ricorda con precisione. Volevo chiedervi queste cose proprio per farmi fare l'oroscopo alla prossima occasione."
Udendo queste parole Scimmiotto sogghignò fra sé: "Diavolo di un mostro! Da quando faccio questo mestiere ne ho acchiappate tante, di creature malefiche della sua specie, ma mai una così astuta. Qualunque consiglio mi avesse chiesto sui fatti suoi, o sul rifornirsi di riso o di legna, gli avrei combinato qualche risposta adatta. Ma come diavolo faccio a sapere quando è nato?"
Il bravo re scimmia, che non era ingenuo nemmeno lui, seduto a suo agio senza lasciar trasparire il minimo imbarazzo, inalberò un bel sorriso e rispose: "Ragazzo mio, alzati. Sto invecchiando e ho sempre la mente occupata da tante faccende; al momento non ricordo a che ora sei nato. Ma aspetta domani; quando torno a casa, lo chiederò a tua madre."
"Ma padre mio, voi parlavate sempre degli otto caratteri del mio oroscopo, e raccontavate a chiunque vi volesse ascoltare che mi sarebbe toccata una longevità uguale al cielo. Figuriamoci se ora li avete dimenticati! Non è possibile, dev'essere una menzogna." Lanciò un grido e tutti i mostri in guardia si gettarono avanti per catturarlo. Scimmiotto riprese il proprio aspetto, li tenne a bada con la sbarra e apostrofò Bimbo Rosso: "Sei diventato matto, ragazzo mio, che te la prendi con tuo padre?"
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