Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Discepolo" esclamò allarmatissimo Tripitaka, "come vedi mi tengono in ostaggio! Le tue cure mettono a rischio anche la mia pelle: sarà meglio che la terapia che vai a scombiccherare sia davvero efficace!"
     "Maestro, voi godetevi il soggiorno in questo posto di lusso" esortò Scimmiotto, con la consueta serenità. "Sapete benissimo che me la cavo sempre."
     Quel diavolo di un grande santo ritornò in albergo, dove Porcellino lo accolse ammiccando con aria saputa: "Eh, fratello, io ho capito tutto."
     "Che cosa credi di aver capito?"
     "Ti sei reso conto che la ricerca delle scritture non porta da nessuna parte, e hai deciso di stabilirti come commerciante in questo ricco paese. Ma non avevi i capitali per avviare l'attività, e hai inventato uno stratagemma per rifornire il tuo nuovo negozio di erborista."

     "Negozio di erborista? Sei tutto scemo: non vedo l'ora di guarire il re, perché ce ne possiamo andare da questo posto."
     "Ma scusa: qui ci sono ottocento prodotti per tre libbre ciascuno. Non vorrai curare un povero diavolo facendogli ingoiare duemilaquattrocento libbre di roba? Per quanti anni conti di trascinare la cura?"
     Scimmiotto rise: "Si capisce che non sono necessarie tutte queste provviste. Me le sono fatte portare soltanto perché quei palloni gonfiati degli accademici locali non si possano raccapezzare sulla ricetta segreta che utilizzerò."
     Mentre conversavano, il direttore e il suo vice vennero a inginocchiarsi per annunciare: "Preghiamo i monsignori divini monaci di voler favorire a tavola. Il pranzo è servito."


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