Il viaggio ad Occidente, e sconfiggessi
I sortilegi sparsi sul cammino.
Quando nel lungo viaggio siamo giunti
A Jisai, da quei monaci in disgrazia
Abbiamo udito come la pagoda
Perdette la sua luce. Nella notte
Abbiamo catturato i vostri pesci
E ascoltato le loro confessioni.
Tu fosti il ladro; il re drago e sua figlia
I tuoi complici. Fu pioggia di sangue
Ciò che ti consentì di sconsacrare
Il luogo sacro. Le testimonianze
Ripetute al sovrano han provocato
L'ordine di venirti ad arrestare.
Che t'importa il mio nome? Se vuoi uscirne
Salvo coi tuoi, devi restituire
Senza indugio il maltolto. Se rifiuti,
Finirà prosciugato il vostro lago."
Il genero del drago sorrise sdegnoso: "Se sei un monaco in cerca di sutra, perché cambi mestiere e vuoi fare l'investigatore? Va dal tuo Buddha a chiedere le scritture; che io mi dedichi o meno alla caccia di tesori, non è affar tuo."
"Sei un brigante ottuso. Si capisce che non devo niente al re, dal momento che non mangio il suo riso. Ma la contaminazione della pagoda e il furto hanno messo nei guai i bonzi del Monastero del Lampo d'Oro, che sono dei nostri: devo pur provvedere ad aiutarli."
"Se questo è il motivo per cui punti allo scontro, ricordati l'adagio: la guerra non ha pietà. Quando avrò alzato le mani su di te, non potrai sperare che mi fermi prima della fine. E alla fine tu sarai morto, e tanti saluti alla tua ricerca!"
"Brutta bestia!" gridò Scimmiotto preso dalla collera. "Come ti permetti tanta presunzione? Vieni qua a farti sculacciare dal tuo signore e maestro."
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