Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "La verità" rispose il Novizio ridendo, "è che io non sono Tripitaka, fratello dell'imperatore Tang, ma il suo discepolo Scimmiotto Consapevole del Vuoto. Sapevo che il mostro vi aveva convinto a strappare il cuore del mio maestro e sono venuto al suo posto per abbattere quella creatura."
     Il re ordinò subito al primo ministro di recarsi a invitare il vero maestro e gli altri suoi discepoli a presentarsi a corte.
     Tripitaka, che aveva avuto sentore dello scontro fra Scimmiotto e il mostro, era molto preoccupato, oltre a essere mezzo soffocato dal fango puzzolente con cui gli avevano spalmato la faccia. Quando lo pregarono di recarsi a corte per ricevere i ringraziamenti, si spaventò ancor più; ma Porcellino gli disse: "Questa volta non correte rischi: vi vogliono ringraziare. Si vede che il nostro condiscepolo anziano ha avuto la meglio."

     "Ma come posso presentarmi alla gente con questa porcheria puzzolente sulla faccia?"
     "Non c'è scelta, noi non sappiamo come toglierla. Ma lo chiederemo a Scimmiotto, ci penserà lui."
     Il primo ministro, alla loro vista, non riuscì a nascondere la paura: "Avi miei! Sembrano tutti quanti mostri malefici."
     "Signor cortigiano" gli disse Sabbioso, "non vi spaventate. Noi siamo brutti soltanto perché siamo nati così; e il nostro maestro ritornerà bello con l'aiuto del condiscepolo anziano."
     Quando furono a corte, nella sala d'udienza, Scimmiotto andò loro incontro, strappò la maschera di fango dal volto del maestro, alitò il suo fiato magico e gridò: "Rettifica!" Subito il monaco riprese il proprio aspetto e si sentì in ottima forma. Il re lo ricevette rivolgendosi a lui come "reverendo buddha, maestro della Legge".


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