Del terremoto famoso si narra che ad Appido fu annunziato da fosche nuvole, da un indistinto mormorio che fece uscire dai loro covi gli animali selvatici, volare pieni di spavento gli uccelli, scappare dalle stalle gli animali domestici. Al disastro prodotto dal terremoto, si aggiunsero i disastri prodotti dalle onde del mare e dai temporali. Il mare dello stretto di Messina, mosso dalle scosse si ritirò sino a far veder lo stretto di Scilla, indi si riversò sulla spiaggia in onde furiose che devastarono le coste, sconquassarono barche, uccisero tutti gli uomini che erano sulla spiaggia, mentre sul monte S. Angelo si fecero dei crepacci immensi; nelle pianure di Rosarno si formarono una cinquantina di bacini circolari, che si empirono d'acqua... E sopra ogni cosa la morte; solo pochi uomini furono trovati vivi tra i rottami dopo diversi giorni.
Eloisa Basile fu trovata viva dopo essere stata undici giorni sotto le macerie; polli ed altri animali uscirono dai loro nascondigli dopo più di 20 giorni di prigionia...! né sembri ciò strano. Per altri terremoti si osservarono fenomeni ancora più curiosi. Ad Elica scivolò un'intera pianura e l'antica città marittima, già ricordata da Omero, fu improvvisamente sommersa nel mare insieme ai suoi abitanti. Nell'Acaia, dopo un terremoto, l'intera pianura apparve piena di crateri di sabbia e di crepacci, da alcuni dei quali uscirono fiamme e vapori di zolfo... Ad Agram gli abitanti, dopo il terremoto, erano come nelle fiamme, e da un momento all'altro credevano di dover essere travolti dalle voragini di un vulcano: nelle Provincie del Cacher, nel 1762, dai crepacci prodotti dal terremoto schizzava del fango con violenza di cannonate, indi della polvere sottile come fumo fino a che tutto si chiudeva con enorme fracasso.
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