Per spezzarla occorreva la coscienza del vuoto.
Se poi non sapete quali risultati ricaverà Scimmiotto da tutte queste austerità, vi converrà venire ad ascoltare il seguito, che li descriverà.
CAPITOLO 2
A SCUOLA DI IMMORTALITÀ
COMPLETA COSCIENZA DELLA VERITÀ MERAVIGLIOSA DELL'ILLUMINAZIONE; UNIONE DELL'ANIMA ATTRAVERSO DISTRUZIONE DEI DEMONI E RITORNO AL PROPRIO INTIMO.
Il nostro Bel Re Scimmia fu così felice di ricevere nome e soprannome che si mise a saltare di gioia, indirizzando a Subhûti molte riverenze per esprimergli la propria gratitudine. Il patriarca ordinò dunque alla comunità di condurre Scimmiotto negli appartamenti interni e di insegnargli ad annaffiare e scopare, obbedire e rispondere, avanzare, ritirarsi e volgersi di qua e di là, secondo le regole della buona creanza. Per la notte egli fu provvisoriamente sistemato sotto il portico.
Nei giorni successivi continuò la sua educazione nel comportamento e nel linguaggio. Inoltre discuteva delle Scritture e del Tao, si esercitava nella calligrafia e bruciava incenso. Nei momenti liberi scopava il pavimento e si occupava del giardino, piantava fiori e potava alberi, raccoglieva legna e accendeva il fuoco, attingeva acqua e la metteva a bollire. Trascorse così nella grotta sei o sette anni, senza rendersi conto del tempo che passava.
Un giorno il patriarca montò in cattedra sull'alta pedana, convocò tutti i discepoli e parlò loro del Grande Tao.
Era proprio di un'eloquenza
Da far piovere fiori celesti,
Da far sbocciare dorati fior di loto!
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