"Gran re! Ve la siete presa comoda! Come avete potuto stare lontano così a lungo e abbandonarci qui, mentre aspettavamo come affamati e assetati? Da un pezzo ci perseguita un demone che ci vuol togliere a viva forza la nostra grotta. Noi lo combattiamo disperatamente, ma lui ci ruba le cose e rapisce i nostri giovani; giorno e notte non possiamo mai dormire per proteggere i nostri beni. Per fortuna è ritornata vostra maestà! Altrimenti noi e la grotta saremmo caduti in preda ad altri prima della fine dell'anno."
"Chi è il mostro che osa comportarsi così?" esclamò Scimmiotto, in preda a una violenta collera. "Raccontatemi tutto, perché lo trovi e vi vendichi!"
Le scimmie si prosternarono: "Informiamo vostra maestà che l'individuo si dichiara Re Diavolo del Caos, e abita nel Nord."
"Se è così, non abbiate paura. Divertitevi, mentre io vado a trovarlo."
Il nostro buon re scimmia prese lo slancio e d'un balzo scomparve: con una capriola raggiunse il Nord e vide un'alta e ripida montagna. Che montagna!
Dal picco ritto al ciel come un pennello
I ruscelli serpeggiano profondi.
Come freccia buca il picco le nuvole,
Discendono i ruscelli agli abitati.
Crescono fra due rupi alberi e fiori,
Pini e bambù sono sparsi fra l'erba.
A destra il drago, sottomesso e docile,
A sinistra s'appiatta quieta tigre.
Accanto al bue di pietra sulla riva
Cresce l'erba-moneta; in mezzo agli alberi
Cantano uccelli ed il sole contemplano
Le fenici.
Rocce polite dalle acque pazienti
Mostran forme inquietanti, orride, strane.
Sulle montagne dai nomi famosi
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