"Portatemi armi e armatura" disse il re diavolo.
I diavoletti eseguirono. Il diavolo si aggiustò elmo e corazza, impugnò la sciabola e uscì circondato dai diavoletti, urlando con voce potente: "Chi sarebbe questo padrone della Grotta del Sipario Torrenziale?"
Scimmiotto lo osservò bene:
Portava in testa un elmo d'oro nero
Che risplendeva nei raggi del sole,
Di scura seta sul corpo una tunica
Che il vento intorno faceva ondeggiare.
Di ferro nero robusta corazza
Chiusa da cinghie solide di cuoio,
Stivali doppi, ben ornati a sbalzo.
Maschio guerriero di gran portamento:
Almeno dieci braccia alla cintura
E più di dieci piedi la statura.
Lampeggiava la spada nelle mani
Di quel mostro terribile e famoso.
"A che cosa ti servono occhi così grandi, se non ce la fai nemmeno a vedere un amicone come me?" diceva Scimmiotto.
Finalmente il re diavolo lo vide e scoppiò a ridere: "Ma se non arrivi a quattro piedi di statura! Non hai manco trent'anni, non hai niente in mano e vieni qui a fare il gradasso. Come credi di potermi prendere le misure?"
Scimmiotto si mise a insultarlo: "Mostro schifoso, dove li hai gli occhi? Io sarò piccolo, ma se mi vuoi più grande non è un problema. Mi credi disarmato: ma con le mani potrei staccare la luna dal suo chiodo. Non preoccuparti, che uno scapaccione dal tuo vecchio compare non te lo leva nessuno."
Prese lo slancio e fece un balzo per sferrargli un diretto sul mento, ma il diavolo parò il colpo allungando semplicemente la mano: "Sta fermo, nanerottolo. Io sono un gigante con la sciabola, e tu mi aggredisci a mani nude. Potrei farti a pezzetti, ma non voglio rendermi ridicolo. Fammi posare le armi. Vediamo come te la cavi col pugilato."
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