Opere di letteratura italiana e straniera |
"Ben detto, brav'uomo. Vieni qua!"
Il fatto è che, quando si ottiene corpo di immortale, non c'è trucco magico che non si impari a praticare: trasformazioni del corpo e uscite d'anima. Da quando il re scimmia aveva compreso il Tao, ciascuno degli ottantaquattromila peli del suo corpo poteva cambiarsi in qualunque cosa, a suo piacere. E tutti questi scimmiottini erano così vivi e così agili che la sciabola non li raggiungeva, né la lancia li toccava. Bisognava vederli balzare avanti, saltare indietro, infilarsi dappertutto, assediare il diavolo da tutte le parti: di qua ti acchiappo, di là ti agguanto. Gli scivolano tra le gambe, gli levano gli stivali. E lo prendono a calci e pugni, gli tirano i capelli, gli fanno gli occhi neri, gli tirano il naso, lo sollevano e lo buttano giù, lo battono come una bistecca. Allora Scimmiotto si impadronì della sciabola, spinse da parte i piccoli e, abbattendola sul cranio del mostro, lo tagliò in due. Poi si inoltrò nella caverna alla testa della moltitudine delle sue truppe e non diede quartiere finché non ebbe sterminato tutti i diavoli, grandi e piccini. Restavano solo le scimmiette che il diavolo aveva rapito dalla Grotta del Sipario Torrenziale. |