Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Dal momento che le graziose immortali sono venute per augusto ordine, non c'è alcun dubbio su quanto è accaduto" suggerì uno dei funzionari che si teneva in disparte. "Il nostro grande santo ha l'abitudine di passeggiare: penso che sia uscito dal frutteto per far visita a qualche amico. Le fanciulle potrebbero fare ugualmente la loro raccolta. A lui spiegheremo la situazione quando ritornerà."
     Le ragazze non se lo fecero ripetere, e si addentrarono fra gli alberi a cogliere le pesche. Riempirono due panieri nella parte anteriore e tre nella parte mediana; ma dovettero constatare che nella parte posteriore di pesche ce n'erano ben poche, e quelle poche - verdi e pelose - erano ancora immangiabili (le pesche mature le aveva mangiate Scimmiotto). Scrutando ramo per ramo, le ragazze finirono per scoprire su un ramo rivolto a sud un unico frutto abbastanza commestibile, per quanto più bianco che rosso. La ragazza in blu piegò il ramo verso il basso, quella in rosso colse il frutto, e il ramo fu rilasciato. Scimmiotto dormiva proprio lì. Risvegliato bruscamente dalle scosse, riprese la propria statura, tolse dall'orecchio la barra cerchiata d'oro, la ingrandì minacciosamente in un baleno e brontolò: "Da dove vengono queste diavolesse, per osare di rubare le mie pesche?"

     "Non vi arrabbiate, grande santo!" gridarono sgomente le sette ragazze, gettandosi tutte in ginocchio. "Non siamo spiriti maligni. La regina madre ci ha mandato a cogliere le pesche per la festa che si fa quando si spalancano i padiglioni preziosi. Prima abbiamo incontrato il dio e gli altri addetti al frutteto, che vi hanno cercato inutilmente. Temevamo di non riuscire a eseguire in tempo l'ordine che avevamo ricevuto, perciò ci siamo messe al lavoro senza aspettare vostra santità. Speriamo che ci perdonerete."


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