Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Sono Moksa, secondo figlio del re celeste Li, in religione Hui'an, discepolo di Guanyin e difensore della legge presso il suo trono prezioso."
     "A che pro mi sei venuto a trovare, invece di proseguire i tuoi studi nei mari del Sud?"
     "In effetti ero venuto soltanto per chiedere notizie, ma a vederti così scatenato nella sedizione ho cambiato idea, e conto proprio di catturarti."
     "Pretendi più di quello che puoi fare. Non andartene, se vuoi assaggiare il mio bastone!"
     Moksa si avanzò intrepido, opponendo a due mani la sua sbarra di ferro. Si affrontavano sul pendio davanti al campo, e fu uno scontro memorabile:

     Armi simili, ma guerrieri diversi:
     L'una sei dèi forgiaron giorno e notte
     Al risuonare di mille martelli,
     L'altra di tutti i mari sondò il fondo.

     È l'uno il grande santo fuorviato,
     Mentre l'altro è il seguace di Guanyin.
     Fra i contendenti oscilla la battaglia.
     Questa sbarra, in mani agili, è letale
     E si abbatte più rapida del vento.
     L'altra riempie lo spazio roteando,
     Para ogni colpo. Le bandiere sventolano
     Al rullar dei tamburi. Son migliaia
     I guerrieri accalcati ad osservare,
     E migliaia le scimmie della grotta.
     Cala nebbia sinistra; oggi anche l'aria
     È nociva. Se ieri la battaglia
     Fu ben dura, oggi è peggio. Ma guardate
     Questa forza tenace che non cede:
     Anche Moksa, alla fine, è posto in fuga!

     Al cinquantesimo o sessantesimo scontro, Hui'an si sentì braccia e spalle così indolenzite che non poté reggere più a lungo l'avversario: fece un'ultima finta, si disimpegnò e volse le spalle in fuga.
     Scimmiotto se ne tornò dalle sue scimmie e le dispose ordinatamente a guardia della grotta.


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