Ciascuno è abituato a dominare
Ogni scontro, ma oggi giocheranno
Tutto per tutto.
Sbarra di ferro val drago volante,
Tridente vale fenice danzante.
Parata a destra, botta a sinistra,
Finta in avanti, parata a lato.
I sei fratelli e i quattro comandanti,
Sostenitori, gridano e incoraggiano.
Grida, suoni di gong e di tamburi,
Bandiere al vento.
Così veloce è il gioco delle armi
Che si vedono appena. In ogni indugio
È mortale pericolo.
Se manchi un colpo, la sorte è segnata!
Il combattimento si sviluppò in più di trecento scontri senza concludersi. Erlang raccolse tutta la forza magica di cui disponeva e, scuotendosi, si trasformò in un gigante alto mille tese, come una vetta del Monte Hua, la faccia verde dalle zanne sporgenti sotto capelli rosso fiamma, brandendo la sua lancia-tridente a doppio taglio. E l'abbattè sulla testa di Scimmiotto con una smorfia brutale.
Ma il grande santo non restava indietro, quanto a trucchi magici: assunse le stesse dimensioni di Erlang e ne imitò la faccia terribile. La sua sbarra cerchiata d'oro si sarebbe detta un pilastro del cielo, sulle cime dei monti Kunlun. Il colpo di Erlang fu arrestato.
I marescialli Ma e Liu erano tanto spaventati da quelle apparizioni, che ne tremavano da non riuscire nemmeno a tener alte le bandiere; i generali Beng e Ba ne erano paralizzati da non reggere più le spade. Ma i sei fratelli ordinarono alle divinità dalla testa vegetale di lanciare cani e falconi: avanzarono tutti insieme, tendendo archi e balestre, per accerchiare l'ingresso della Grotta del Sipario Torrenziale. I quattro infelici comandanti scimmieschi furono messi in rotta, e due o tremila creature perverse furono catturate. Le scimmie gettavano armi e corazze, correvano qua e là strillando: chi si arrampicava su per la montagna, chi cercava rifugio nella grotta; come se un gatto, nella notte, avesse sorpreso una popolazione di uccelli, facendola levare in volo nel cielo stellato. Insomma i fratelli vincevano, non c'era altro da dire.
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