A questo discorso, il Beato disse ai suoi pusa: "Voialtri restate quieti e seduti nella Sala della Legge: niente deve alterare la vostra postura di meditazione. Io esco un momento per esorcizzare questo demonio e soccorrere il trono."
Il Buddha si fece seguire dai venerabili discepoli Ânanda e Kâsyapa, uscì dal monastero del Colpo di Tuono e stava giungendo alla porta della Sala delle Nuvole Misteriose quando sentì grida e baccano: erano i trentasei guerrieri che circondavano il grande santo. Il Buddha fece loro pervenire il seguente ordine: "Abbassino le armi, interrompano il combattimento e non ostacolino il grande santo, perché io possa interrogarlo sulla natura dei suoi poteri."
I guerrieri si ritirarono. Scimmiotto si rivolse al Buddha e gli gridò, arrogante e rabbioso: "Tu chi sei, impiccione, per interrompere il combattimento e pretendere di interrogarmi?"
"Sono il venerabile Sâkyamuni del mondo della beatitudine assoluta dell'Ovest" rispose il Buddha ridendo. "Salve, Buddha Amitâbha, sarei io. Ho saputo dei tuoi eccessi e delle tue ripetute sedizioni contro il Cielo. Ma non so da dove vieni, né come hai ottenuto il Tao, né perché scegli la violenza."
"Io sono" rispose Scimmiotto
"Nato dal cielo e dalla terra,
Scimmiotto del Monte dei Fiori,
Dimoravo in una grotta
E inseguivo il supremo Mistero.
Ho appreso trasformazioni
E come allungare la vita.
Trovo piccolo il mondo,
Trovo breve la vita.
Voglio viver nel Cielo infinito.
Si avvicendano i re: è il mio turno!
Che i potenti mi cedano il posto:
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