L'uno era un pescatore e si chiamava Zhang Shao; l'altro un boscaiolo di nome Li Ding. Appartenevano a quella specie di dottori che non hanno superato alcun esame: montanari che sapevano leggere. Un giorno che erano andati in cittą a vendere, uno la sua legna, che portava in spalla, e l'altro il suo paniere di carpe, entrarono insieme in un'osteria. Dopo una bella bevuta, con la testa un po' annebbiata, se ne tornarono passo passo lungo il fiume Jing, ciascuno con la sua bottiglia in mano.
"Fratello Li" disse Zhang. "Pensavo a quelli che lottano per farsi un nome e ci lasciano la pelle, a quelli che periscono nella ricerca del profitto. Chi riceve un titolo, dorme fra le zampe della tigre; chi ottiene favori, passeggia con un serpente nella manica. Tutto sommato non hanno la nostra fortuna, di vivere liberi e spensierati fra montagne azzurre e acque limpide. Noi accettiamo il nostro destino e apprezziamo il gusto insipido di un'esistenza semplice."
"Hai ragione, fratello Zhang, ma le tue acque limpide non valgono le mie montagne azzurre."
"Saranno le montagne azzurre che non valgono le acque limpide! Lo dicono anche certi versi che si cantano sull'aria di La farfallina vola tra i fiori:
Una barca galleggia
Su mille leghe di acque brumose,
Vela isolata nel calmo riposo;
Intorno come un canto di sirene.
Con il cuore mondato dai pensieri
Di fama e di denaro, colgo giunchi
E fiori, conto i gabbiani che volano
E mi riposo nella cala ombrosa
Con moglie e figli. Quando ci svegliamo
Non spira vento, l'acqua scorre liscia.
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