Dal portale di giada sale fumo fragrante,
Il profumo di incenso monta alto fino ai tetti
Dove si muove al vento la bandiera imperiale
Nella luce dell'alba, e una nube la sfiora.
Relazioni armoniose, come con Yao e Shun,
Rituali imponenti, come con Han e Zhou.
In coppie colorate, cortigiani coi lumi,
Signore con ventagli. Dentro la vasta sala
Dell'unicorno, ornata da grandi paraventi
Con fiammanti pavoni, brilla la viva luce.
Ai tre schiocchi di frusta, si inchinano gli astanti
Davanti alla corona. Si vedono nel parco
I salici sugli argini chinarsi dolcemente
Al suono della musica. Fra i tendaggi di perle
E le stuoie di giada il ventaglio del mondo
Riposa sopra il carro del potere imperiale.
Valorosi ufficiali e saggi mandarini,
Ciascuno al proprio rango, con i sigilli d'oro
E cinture di porpora. Un milione di autunni
È la loro durata: dureran quanto il mondo.
I funzionari sfilarono per rendere omaggio, e poi presero posto. Il sovrano Tang aprì gli occhi di fenice dalle pupille di drago e, passandoli in rassegna, riconobbe Fan Xuanling, Du Ruhui, Xu Shiji, Xu Jingzong e Wang Gui tra i funzionari civili; Ma Sanbao, Duan Zhixian, Yin Kaishan, Chen Yaojin, Liu Hongji, Hu Jingde e Qin Shubao fra i mandarini militari; tutti d'aspetto degno e imponente. Ma non si vedeva il primo ministro Wei Zheng. L'imperatore fece avvicinare Xu Shiji e gli disse: "Ho fatto un sogno strano stanotte: mi compariva davanti un uomo, che si diceva il re drago del fiume Jing; raccontava di dover subire l'esecuzione capitale a cura di Wei Zheng, per aver violato un ordine del Cielo, e mi supplicava di salvarlo. Io glielo promettevo. Come mai proprio Wei Zheng non è fra voi?"
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