Le concubine imperiali la sistemarono sulla tavola. Wei Zheng ringraziò il suo signore della distinzione che gli concedeva e si mise a giocare.
Se poi non sapete chi vinse la partita, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 10
VIAGGIO INFERNALE DELL'IMPERATORE
IN CUI DUE GENERALI PROTEGGONO IL PALAZZO DAI FANTASMI, E L'ANIMA DELL'IMPERATORE TAIZONG RITORNA DAGLI INFERI.
Parliamo di Taizong, che aveva iniziato una partita a scacchi con Wei Zheng nella sala di riposo. I loro piani di attacco si conformavano al Classico degli scacchi:
L'arte degli scacchi richiede rigore e attenzione. Al centro i pezzi migliori, ai lati i più deboli, agli angoli quelli intermedi: questi sono i principi del giocatore di scacchi. La regola dice: meglio perdere un pezzo che un vantaggio. Coprire la destra se si attacca a sinistra; vigilare davanti se si opera dietro. Si opera dietro quando si ha il controllo davanti, e inversamente. Ci si guardi dal fare tagliar fuori le due ali: bisogna conservarle mobili senza mescolarle. Una formazione larga non dev'essere troppo aperta, né una stretta troppo concentrata.
È meglio sacrificare pezzi per vincere, che proporsi di vincere difendendoli tutti. È meglio consolidare le proprie posizioni prima di attaccare, che affidarsi alla fortuna attaccando con pezzi isolati.
Se l'avversario vi supera per numero di pezzi, il vostro problema è difendervi. In caso contrario, conviene sfruttare il vantaggio.
Chi è in vantaggio non diventa aggressivo, lo stratega non eccede nelle strategie, l'attaccante si guarda dagli attacchi e chi è in svantaggio non si perde d'animo, perché gli scacchi incominciano con un dispiegamento canonico, ma finiscono con una vittoria inattesa. Se l'avversario si trattiene a consolidare posizioni, ha l'intenzione di attaccare. Se abbandona un pezzo minore senza cercare di salvarlo, mira in alto. Se gioca d'impulso, non sa costruire un piano. Reagire senza riflettere è la strada della sconfitta. Come dice il Classico della poesia: "Con spirito inquieto e cauto, come se ti avvicinassi a un precipizio..."
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