Lo attestano i versi:
I pezzi sono il cielo, la scacchiera la terra,
Il bianco e il nero sono yin e yang;
Il gioco è l'universo. Alle sue sottigliezze
L'immortale sorride divertito.
Era questa la scacchiera su cui giocavano sovrano e suddito. Al terzo segno dell'ora wu la partita non era ancora conclusa, ma Wei Zheng reclinò la testa sul petto e si assopì.
L'imperatore sorrise: "Il nostro saggio ministro si è tanto affaticato per sostenere il trono, che non riesce più a reggersi dal sonno." E lo lasciò dormire senza cercare di destarlo.
Poco dopo Wei Zheng si svegliò di soprassalto, balzò su e si prosternò precipitosamente: "Il vostro servitore merita proprio mille morti! Non so che cosa mi ha preso, come uno stordimento... Spero che vostra maestà vorrà perdonare questo crimine di lesa maestà."
"Ma che crimine! Àlzati, sbarazziamo la scacchiera e ricominciamo daccapo."
Wei Zheng ringraziò l'imperatore della sua bontà e prese un pezzo degli scacchi fra le dita, quando improvvisamente si sentì un clamore alla porta del padiglione. Entrarono Qin Shubao e Xu Mougong, e mostrarono una testa di drago grondante di sangue: "Si son visti fiumi inaridirsi e il mare mutarsi in una pianura, ma non si era mai visto niente di così incredibile."
"Che cos'è quella roba?" gridarono Taizong e Wei Zheng inorriditi.
"Questa testa è caduta dal cielo a sud del portico dei mille passi, all'incrocio dei sentieri. I vostri umilissimi servitori non hanno osato omettere di informarne vostra maestà."
"Che cosa significa?" chiese allarmato l'imperatore, rivolgendosi a Wei Zheng. Questi si prosternò di nuovo: "Il vostro servitore ha dovuto procedere a un'esecuzione capitale in sogno."
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