I mille duecento monaci si prosternarono di slancio al regale cliente. Dopo un pasto di magro, che era il terzo della giornata, l'imperatore se ne andò via; sarebbe ritornato alla cerimonia solenne del settimo giorno, per offrire altro incenso. Anche i vari dignitari se ne andarono, mentre scendeva la sera, come potete vedere:
La luce del tramonto si diffonde
Nelle strisce di bruma. Corvi neri
Vanno ad appollaiarsi sopra i rami.
Nelle vie di città scende la quiete
E i lampioni si accendono. Pei monaci
È questa l'ora di concentrazione.
Le celebrazioni ripresero il giorno dopo.
Ma ritorniamo alla pusa Guanyin. Non era facile, nemmeno in una città grande come Chang'an, di trovare una persona che fosse davvero in possesso di tutte le virtù richieste per impegnarsi nel viaggio alla ricerca delle scritture. Dopo parecchi giorni di inutili indagini, si venne a sapere che Taizong voleva diffondere la conoscenza dei meriti che si acquistano con le buone azioni, e promuoveva una grande cerimonia che avrebbe fatto affluire i monaci più eminenti. Risultò che avrebbe presieduto la cerimonia proprio quel monaco che, appena nato, era stato salvato dalle acque. In effetti era un figlio del Buddha disceso dal Paradiso della Gioia Suprema; a suo tempo Guanyin si era occupata personalmente della sua incarnazione. Finalmente, la pusa si sentì sulla buona strada; prese i tesori che il Buddha le aveva affidato e, in compagnia di Moksa, andò a venderli in città. Forse non ricordate quali erano i tesori: una lunga veste monacale di broccato, rara e preziosa, e un bastone da pellegrino con nove anelli; quanto ai tre cerchi Strizza, Spezza, Schizza, se li tenne nascosti in attesa di usarli al momento opportuno. Per ora si accontentò di offrire in vendita la veste e il bastone.
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