Il maestro della legge recitò un passaggio del sutra della Salvezza dei trapassati, poi spiegò il Tesoro celeste per la pace delle nazioni e infine predicò sull'Esortazione ad acquisir meriti(14).
Guanyin si avvicinò, batté le nocche sul pulpito e gridò a squarciagola: "Ehi, monaco! Ci parli solo degli insegnamenti del Piccolo Veicolo. Perché non ci parli un po' del Grande Veicolo?"
Xuanzang, a queste parole, sentì il suo cuore rallegrarsi, scese dal pulpito, salutò la pusa a mani giunte e rispose: "Maestro, perdonate al vostro discepolo di non aver prestato attenzione. Tutti i monaci che conosco insegnano solo il Piccolo Veicolo. Quello Grande non lo conosco."
"I tuoi insegnamenti del Piccolo Veicolo non sono sufficienti per salvare i trapassati e mettono in confusione i profani. Noi abbiamo a disposizione tre panieri di scritture del Grande Veicolo: esse sì, possono far salire in cielo i dannati, levare le pene degli afflitti, dare longevità illimitata e porre fine alle reincarnazioni."
Mentre discorrevano, l'ufficiale di picchetto si precipitò a informare l'imperatore: "Il maestro è stato levato dal pulpito da due monaci rognosi, che parlano a vanvera."
Il sovrano ordinò di arrestarli, ma già la folla li stava spingendo verso la sala di fondo. Alla vista di Taizong uno dei monaci lo guardò dritto in faccia, senza salutare né giungere le mani: "Che cosa vuole da me vostra maestà?"
Taizong lo riconobbe: "Non sei il monaco che mi ha portato il kasâya?"
"Proprio così" rispose Guanyin.
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