In capo essa porta dorato berretto,
I fiori di giada scintillano al sole
Su file di perle. Si è messa una tunica
Celeste, adornata di draghi e fenici.
Sul petto un ricamo con gli astri del cielo.
Profumi e gioielli, collane di giada.
Trattiene un cordone la gonna a ricami,
Con mari di diaspro e nubi dipinte,
Frangiata di seta e di fili d'oro.
Ha un pappagallino di chiari colori
Col becco scarlatto, del mare orientale.
In mano essa tiene il vaso prezioso
Col ramo di salice: dispensa le grazie
E toglie i dolori, elimina nebbie
E fa terso il cielo. Cammina sui fiori,
È andata e venuta in soli tre giorni,
Guanyin salvatrice.
Taizong dimenticava le cure del suo impero, i funzionari trascuravano addirittura l'etichetta di corte. Tutti ripetevano: "Namo Guanshiyin pusa!"
Taizong ordinò subito che un buon pittore disegnasse il ritratto autentico della pusa. Ne fu incaricato Wu Daozi, pittore di dèi e di santi, artista di alta e vasta visione; lo stesso che, in seguito, fu incaricato di ritrarre i servitori emeriti dell'impero per il Padiglione delle Nubi Eteree. Con il suo meraviglioso pennello fece subito uno schizzo di Guanyin che si allontanava in un alone di nuvole di buon augurio.
Intanto scese ondeggiando dal cielo un biglietto redatto in questi termini:
Al sovrano dei Tang offriamo con rispetto
Le sublimi scritture che l'Ovest custodisce.
Di quel Grande Veicolo tutti gli insegnamenti
Si offrono gentilmente a chi li venga a prendere
A centottomila li. I sutra riportati
Nel nobile paese salveranno i dannati
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