I mostriciattoli corsero a portargli l'armatura. Dopo averla allacciata e aggiustata, egli brandì un tridente d'acciaio e balzò fuori dalla caverna alla testa dei suoi diavoli. Il grande santo lo aspettava ritto davanti all'ingresso; senza dubbio, il mostro che ne vide emergere aveva un aspetto malvagio e aggressivo. Guardate:
Scintillano elmo e corazza dorati
Ed è il piastrone uno specchio accecante.
Gran cimiero di penne di fagiano
E tunica di seta giallo chiara;
È la cintura un drago acciambellato
Di vividi colori. Gli stivali
Di daino sono tinti con i fiori
Di sofora. La gonna di broccato
Reca un disegno con foglie di salice.
Un aguzzo tridente tiene in mano,
Simile a quello del gran santo Erlang.
"Saresti tu Scimmiotto il Novizio?" gridò il mostro con voce tonante.
Con il piede calcato sui resti della tigre, in mano il randello A piacer vostro, Scimmiotto rispose: "È proprio arrivato tuo nonno Scimmiotto; restituiscimi il mio maestro."
Osservandolo attentamente, il mostro constatò che era deforme, con le guance incavate, e soprattutto piccolo di statura: non raggiungeva quattro piedi. Scoppiò a ridere e incominciò a prenderlo in giro: "Meschinello! Credevo di aver a che fare con qualche eroe invincibile, e mi trovo davanti un pupazzo."
"Figliolo, te ne intendi poco" replicò Scimmiotto ridendo. "Il tuo nonnetto è piccolo piccolo, ma se lo picchi sulla testa con il tuo tridente, vedrai come cresce."
"Se ti piace prenderle, ti accontento subito."
Scimmiotto attendeva a pie' fermo. Quando il mostro gli calò in testa il tridente, si accontentò di chinare un po' la schiena e di crescere di statura di sei piedi; il mostro, spaventato, si sforzava di contrastare la crescita premendo sul tridente.
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