"Novizio Scimmiotto" gridava, "non cercare di scapolartela con questi giochetti da fiera. Lascia perdere i trucchi da saltimbanco. Combatti lealmente, e vediamo chi vale di più."
"Figliolo" replicò Scimmiotto ridendo, "tientelo per detto: quando c'è da picchiare, ogni colpo vale. Una volta che si è venuti alle mani, non è più tempo di buone maniere: e le mani del tuo nonnino sono pesanti. Ho paura che non reggerai nemmeno la prima randellata."
Il mostro non era d'umore da far conversazione: vibrò il tridente dritto al petto di Scimmiotto. Questo rispose con calma di esperto, parando il colpo con la mossa detta il drago nero spazza il terreno, e indirizzò un colpo alla testa. Era feroce, il duello davanti alla Grotta del Vento Giallo!
Il mostro è trascinato dalla collera,
Compostamente il santo gli si oppone.
La collera vorrebbe vendicare
La morte della tigre d'avanguardia,
Mentre il composto attacco ha l'obiettivo
Di liberare il monaco cinese.
Colpi inferti e parati dalle parti.
Sulla montagna l'uno regna; l'altro
È il Bel Re Scimmia e difende la Legge.
Combattono dapprima nella polvere
E continuano alzandosi nell'aria.
Ben affilato è il tridente d'acciaio
Ed il randello è di pesante ferro.
Letale è la stoccata del tridente,
Mandati a comparire dà il randello
Davanti ai magistrati dell'Inferno.
Prontezza e colpo d'occhio si misurano,
Così come la forza e la potenza.
Lotta senza quartiere, ma il suo esito
Fra gli avversari resta ancora incerto.
Una trentina di scontri non risultarono decisivi. Risoluto a spuntarla, Scimmiotto ricorse al metodo del corpo oltre il corpo: si strappò un ciuffo di peli, li masticò, li sputò intorno e ordinò loro di trasformarsi in un centinaio di piccoli sosia, ciascuno armato di una sbarra. La creatura malefica, circondata da tutte le parti, si spaventò e ricorse anche lei a un sotterfugio: rivolse la faccia a sud ovest e soffiò tre volte, generando un violento vento giallo. Che uragano!
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