"Lascia perdere le finezze" interruppe Scimmiotto, "dobbiamo sistemare quel bel tipo."
"Di chi parli?" chiese Tripitaka.
"Ho raccontato la nostra situazione alla pusa, e lei mi ha detto che il mostro non è altri che il Generale delle Cortine Arrotolate, mandato in esilio per una colpa commessa in Cielo. Diventato mostro aveva scordato la sua prima forma; ma la pusa lo ha nuovamente convertito al bene e lo ha incaricato di accompagnarci nell'Ovest. Noi però non abbiamo pensato di parlargli della ricerca delle scritture: solo per questo si è battuto con noi. Guanyin ha mandato Moksa con questa zucca, che servirà per fabbricare una barca della Legge, con cui potrete attraversare il fiume."
A queste parole, Tripitaka rivolse segni di rispetto verso sud e disse a Moksa: "Reverendissimo, spero tanto che la cosa non prenda molto tempo."
Moksa prese la zucca, fra nubi e brume si portò sul fiume e gridò: "Consapevole della Purezza! Consapevole della Purezza! È un pezzo che ti attendono, i pellegrini in cerca delle scritture. Che cosa aspetti a presentarti?"
Sappiamo che il mostro, per paura di Scimmiotto, si era rifugiato in fondo alle acque e riposava nella sua tana. Quando si sentì chiamare con il suo nome in religione, non poté dubitare che Guanyin c'entrasse in qualche modo. Quando poi sentì dire che i pellegrini erano giunti, senza più pensare ad armi e pericoli, mise fuori la testa e riconobbe il novizio Moksa. Gli si accostò tutto contento e lo salutò dicendo: "Reverendissimo, scusatemi di non essere venuto ad accogliervi. Ma dov'è la pusa?"
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