"Non è qui; ha mandato me a ordinarti di diventare senza indugio discepolo del monaco cinese. Mi ha anche detto di disporre i teschi che porti al collo come i nove palazzi, e di aggiungervi questa zucca in modo da formare una barca della Legge, che consenta la traversata delle acque morte."
"E dove sono i pellegrini in cerca delle scritture?" chiese Consapevole della Purezza.
"Eccoli là, seduti sulla riva orientale" rispose Moksa indicandoli.
"Mi domando da dove venga quella maledetta creatura, che mi ha combattuto per due giorni" esclamò Consapevole della Purezza vedendo Porcellino. "Non mi ha mica parlato di ricerche di scritture." Poi riconobbe anche Scimmiotto: "E quello lì è il suo complice, un tipo molto pericoloso. Mi dispiace, ma ci rinuncio."
"Uno è Porcellino Otto Divieti, l'altro Scimmiotto il Novizio. Non hai nulla da temere: sono entrambi discepoli del monaco cinese, convertiti dalla pusa. Vieni, che ti presento anche il monaco cinese."
Consapevole della Purezza si decise finalmente a posare la mazza, si rassettò e balzò sulla riva per andarsi a inginocchiare davanti a Tripitaka: "Maestro, il vostro discepolo deve aver perso le pupille degli occhi per non aver saputo riconoscere il vostro venerato volto. Vi ho molto offeso, ma spero ardentemente che mi perdonerete."
"Razza di scemo!" si intromise Porcellino. "Potevi pensarci prima, invece di perdere tempo ad attaccarmi. Che cos'hai da dire a tua discolpa?"
"Fratellino" intervenne ridendo Scimmiotto, "non lo sgridare. È colpa nostra se non gli abbiamo parlato della ricerca delle scritture, e non ci siamo nemmeno presentati."
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