Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il mostro alzò la sua manona blu, grande come un setaccio, afferrò la principessa per i bellissimi capelli, la trascinò davanti al palo dov'era legato Sabbioso e la gettò per terra. Poi, sciabola in pugno, prese a interrogare il prigioniero.
     "Bonzo!" tuonò. "Se avete avuto l'audacia di attaccarmi, è stato per ordine del re, al quale questa donna ha mandato un messaggio."
     Sabbioso, alla vista di quella grinta feroce e della sciabola levata sul capo della donna, pensava: "È vero che lei ha inviato la lettera, ma ha anche liberato il maestro. Sarebbe uno strano modo di ringraziarla dire la verità e provocare la sua morte. Basta. Non ho ancora avuto occasione di acquistare meriti: adesso correrò il rischio di finir male per dimostrarle la mia gratitudine."

     Perciò disse: "Non siate sconsiderato. La lettera che dite non esiste, e le circostanze in cui siamo stati mandati sono altre. Il nostro maestro, mentre era prigioniero nella grotta, aveva notato la principessa. Quando, nel paese degli Elefanti Sacri, si è recato a corte per presentare il suo passaporto, il sovrano ha chiesto se avesse notizie di lei: l'inchiesta sulla sua scomparsa non è mai stata abbandonata. Ci hanno mostrato ritratti e disegni, e la risposta del maestro è stata che l'aveva vista qui. Allora il re ci ha offerto del vino e ci ha incaricato di catturarvi e di ricondurla a palazzo. Questi sono i fatti. Se volete uccidere qualcuno, suppongo che tocchi a me, piuttosto che a una persona che non vi ha fatto niente; se colpiste lei, violereste i grandi princípi della ragione celeste."


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