Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     In fatto di astuzia e agilità non è facile farla a una scimmia. Per sottrarre l'oggetto a ogni contesa, Scimmiotto se lo mise in bocca e lo inghiottì. Il mostro alzò i pugni per colpirlo, ma Scimmiotto lo trattenne con una mano e fece con l'altra un movimento che gli restituì il suo vero aspetto: "Ohé mostro, un po' di contegno! Guardami bene: mi conosci?"
     "Tesoro" bisbigliò il mostro allocchito, "che cosa ti succede?"
     "Ma che tesoro, brutto diavolo! Non sai nemmeno riconoscere tuo nonno?"
     "Eppure questa faccia l'ho già vista da qualche parte" sibilò l'orco.
     "Rimandiamo di un momento le legnate: guarda pure a tuo agio."
     "Ti ho visto, ma non riesco a ricordare. Chi sei? Da dove vieni? Dove hai imboscato mia moglie, prima di venire a rubare il mio amuleto con l'inganno? Che azione infame, proprio da fetente!"

     "Così non mi riconosci" disse il Novizio. "Sono il primo discepolo del monaco cinese e mi chiamo Scimmiotto Consapevole del Vuoto. Sono il tuo nonnetto di cinquecento anni fa."
     "Via, non può essere. Il monaco ha solo due discepoli, Porcellino e Sabbioso. Di uno Scimmiotto non ho mai sentito parlare. Tu sei un essere malefico piovuto da chissà dove per prendermi in giro."
     "Non ero con i due che conosci, appunto perché ho l'abitudine di picchiare sodo i mostri che incontro e ne avevo ammazzati un po' troppi. Il mio maestro, che è un uomo molto compassionevole, mi aveva rimandato a casa per questo motivo. E così, non conoscevi il nome di tuo nonno."
     "Ma che uomo sei, manchi di dignità! Il tuo maestro ti caccia via, e tu hai ancora il coraggio di mostrarti in giro."


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