"Aspettatemi e non cercate scontri" raccomandò Scimmiotto. "Vado nell'oceano orientale a procurarmi l'acqua necessaria."
Sacripante di un grande santo! In un baleno era sull'oceano. Ma non era dell'umore di godersi il paesaggio marino; si immerse nelle onde, usando la magia che allontana i flutti, e si diresse verso il palazzo di cristallo del vecchio re drago. Non appena lo avvistò, uno yaksa di guardia corse ad avvertire Aoguang, che schierò figli, nipoti, soldati granchi e gamberetti per accoglierlo e invitarlo ad accomodarsi. Dopo le cerimonie d'uso, si servì il tè.
"Non vi disturbate" insisteva Scimmiotto. "Scusatemi se vi importuno per un affare che mi sta a cuore. Il mio maestro, il monaco cinese, è stato rapito dal diavolo Bimbo Rosso, detto Grande Santo Re Fanciullo. Mentre cercavo di liberarlo, il diavolo si è difeso ricorrendo a un fuoco che non sono riuscito a superare. Occorre l'acqua per fargli fronte, e io sono venuto apposta per chiedervene un po'. Se voi mi faceste cadere sul posto un bell'acquazzone, quel fuoco d'inferno si spegnerebbe e il mio maestro supererebbe la prova."
"Grande santo, avete sbagliato indirizzo. La pioggia non dovete chiederla a me."
"Ma non siete voi il direttore delle riserve di pioggia? A chi altri mi dovrei rivolgere?"
"La direzione della pioggia ce l'ho, ma non posso fare a modo mio. Mi ci vuole un decreto imperiale che indichi luogo, ora e quantità. E non basta: è indispensabile il timbro dei tre uffici perché il documento venga trasmesso, a cura del dio della Stella Polare, al duca del Tuono, alla madre del Fulmine, al conte del Vento e agli inservienti delle Nuvole. Lo dice anche il proverbio: drago senza decreto, se ne stia quieto!"
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