Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il re diavolo era tanto umiliato che non osava nemmeno guardarlo. Scimmiotto ne approfittò per mutarsi in un raggio dorato e dardeggiare fuori della grotta.
     "Maestà, il Novizio scappa!" gridarono i mostriciattoli.
     "Non importa, lasciate andare; ne ha combinate abbastanza. Chiudete la porta e non curatevi di lui. Piuttosto venite a spazzolare e lavare il monaco, è tempo di metterlo a cuocere."
     Scimmiotto, impugnando la sbarra, era ritornato presso il torrente e si torceva dalle risate. Sabbioso, udendo il rumore che faceva, gli uscì incontro dal bosco: "Fratello, perché sei tanto allegro? Certo sei riuscito a soccorrere il maestro."
     "Non ci sono ancora riuscito, ma ho vinto la prima mano."
     "Che cosa vuol dire?"
     "Quella creatura malefica aveva ingannato Porcellino trasformandosi in Guanyin; infatti ora lui sta dentro un sacco appeso in cucina. Mentre cercavo il modo di aiutarlo, l'orco ha mandato i suoi comandanti a invitare a pranzo suo padre. Io, che ho conosciuto bene il re diavolo toro, ho preso il suo aspetto e sono riuscito a introdurmi in casa: mi ha trattato da paparino, dovevi vedere che riverenze! L'ho proprio trombato ben bene."

     "Tu ti diverti, fratello; ma mi pare che il maestro continui a correre gli stessi rischi di prima."
     "Non te la prendere. Farò venire la pusa, come avevamo detto."
     "Ma non hai mal di schiena?"
     "È vero, l'ho avuto, ma chi se ne ricorda più? Lo dicevano anche gli antichi: basta aver fortuna in affari, per sentirsi subito bene. Vado; tu bada al cavallo e ai bagagli."


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