"E allora sbrigati, se non vuoi vedertela brutta."
Il drago si trasformò in un colpo di vento e si portò via verso il mare il suo congenere freddo.
Scimmiotto ritornò giù, accanto a Tripitaka, a guardare il taoista che si dibatteva nell'olio bollente e non riusciva a uscirne. Provò ad arrampicarsi sul bordo viscido, ma scivolò, ricadde e restò fritto in un momento: pelle croccante e carni tenere.
"Maestà" venne ad annunciare l'ufficiale di servizio, "il terzo maestro di stato è pronto da servire in tavola."
Gli occhi del monarca si riempirono di lacrime. Batté un grande colpo sul tavolo e scoppiò in singhiozzi gridando:
"Buona reincarnazione è troppo rara.
Per vie traverse non serve il cinabro,
Né gli amuleti o talismani, o pillole
Per allungar la vita. Né uno spirito
Ottenebrato può trovar nirvana,
Né l'astuzia può vincere il destino.
Se sapessi com'è facile perdere,
Preferiresti restartene quieto.
È il caso di dirlo:
Né l'elisir né l'oro han dato aiuto,
Invocar venti e piogge è stato inutile.
Se poi non sapete, in fin dei conti, che cosa fecero maestro e discepoli, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 47
BAMBINI DA SALVARE
IN CUI LE ACQUE DEL CIELO ARRESTANO IL CAMMINO DEL MONACO DURANTE LA NOTTE; METALLO E LEGNO, PRESI DA PIETÀ, ACCONSENTONO A SALVARE CERTI BAMBINI.
Abbiamo sentito come il re, accasciato sul suo trono, piangesse come una fontana. Continuò a singhiozzare fino al cadere del giorno, senza fermarsi mai.
Scimmiotto finì per gridargli: "Smettetela! Non capite quanto siete stupido? Eppure avete davanti a voi i resti di quei supposti taoisti: uno era una tigre e l'altro un cervo. Quanto al terzo era un camoscio: se non mi credete, fate ripescare le sue ossa e vedrete che non sono umane nemmeno quelle. Erano bestie selvagge divenute spiriti maligni, e arrivate qui a complottare per distruggervi. Vedevano che la forza del vostro destino era ancora in ascesa, e questo le induceva a temporeggiare. Fra un paio d'anni la vostra forza sarebbe declinata e loro vi avrebbero aggredito, ucciso e derubato dei vostri fiumi e delle vostre colline. E voi piangete. Ma si può sapere perché piangete? Su, dateci le nostre carte che ce ne andiamo."
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